La medicina omeopatica fu fondata dal medico tedesco Samuel Hahnemann (1755-1843). L'omeopatia divenne popolare sin dal XIX secolo ed ebbe tra i suoi sostenitori personaggi famosi, tra cui nobili d'Europa, imprenditori americani, giganti della letteratura, leader religiosi e, in tempi recenti, personaggi del mondo dello spettacolo e opinion-leader.
L'omeopatia fu sempre molto popolare fra le donne, non solo come pazienti, ma anche come professioniste. La prima Università medica di donne nel mondo fu la Facoltà di Medicina Omeopatica Femminile fondata negli USA nel 1848. Quattro anni più tardi, in Europa fu fondata l'Università Medica Femminile d’Inghilterra, che nel 1873 si unì all’Università di Boston, un'altra Università omeopatica. Gli omeopati americani ammisero molti più medici donne nella loro organizzazione nazionale rispetto ai medici ortodossi e nel 1871 le donne furono ammesse all'Istituto Americano di Omeopatia, mentre le donne medico non furono invitate nell'AMA, l'associazione più rappresentativa dei medici ortodossi, fino al 1915.
La popolarità dell’omeopatia fra le classi sociali elevate fu evidente sia negli Stati Uniti che in Europa. Oltre ad avere il patronato della Famiglia Reale Britannica fin dal 1830, l'omeopatia ebbe fra i suoi celebri pazienti e sostenitori la grande scienziata Maria Sklodowska più conosciuta come Madame Curie, gli scrittori Charles Dickens, William Butler Yeats e William Makepeace Thackarey, i musicisti Ludwig Van Beethoven e Fryderyk Chopin, il politico Otto Von Bismarck, lo statista Benjamin Disraeli, il genio eclettico Johann Wolfgang Von Goethe, lo scienziato naturalista Charles Darwin, i Presidenti statunitensi William McKinley e Franklin Delano Roosevelt, il miliardario John Davison Rockefeller, Mahatma Gandhi, Madre Teresa di Calcutta, il pediatra Robert S. Mendelsohn, il padre della Medicina Moderna William Osler,... .
Anche in Italia non mancano illustri pazienti: Giuseppe Mazzini, Vincenzo Gioberti, Giovanni Giolitti, Cesare Lombroso, Antonio Rosmini. Molti esponenti del clero, favorirono la diffusione dell'omeopatia, oltre ad utilizzarla personalmente: Papa Gregorio XVI, Leone XII, Leone XIII, Pio VIII, Pio IX e Pio X. Mary Baker Eddy, la fondatrice di “Christian Science”, si oppose all'uso di farmaci e appoggiò l'omeopatia.
Nel mondo dello spettacolo si annoverano oggi molti famosi pazienti e sostenitori dell'omeopatia, tra cui ricordiamo: Paul McCartney cantante de "The Beatles" le attrici Catherine Zeta Jones, Mariel Hemingway, Jennifer Aniston e Monica Bellucci, le cantanti Tina Turner e Nelly Furtado, gli attori Orlando Bloom e Tobey Maguire, David e Victoria Beckham. Dichiarano tutti, in interviste pubbliche, di aver scelto la Medicina Omeopatica, poichè non avevano ottenuto sufficienti benefici dalla Medicina convenzionale e a motivo della preoccupazione per gli effetti collaterali dei farmaci.
Anche tra i poveri l'omeopatia riscosse in ogni tempo grandi favori e si diffusero ben presto dispensari e ambulatori omeopatici gratuiti in molte città. Una delle ragioni del favore riscontrato dall'omeopatia risiedeva negli indubbi successi ottenuti nella cura delle malattie epidemiche che si diffusero nel XIX secolo in Europa e in America, a seguito di guerre e carestie. Le statistiche indicano che il tasso di mortalità negli ospedali omeopatici fu comunque minore che negli ospedali di medicina ufficiale, con proporzioni variabili dalla metà a un ottavo.
Da Hahnemann ai primi del '900
Con il crescere della popolarità crebbero anche gli attacchi alla medicina omeopatica da parte della medicina ufficiale. I principi di Hahnemann rappresentavano una minaccia filosofica, clinica ed economica per la medicina allopatica. Eppure Edward Jenner nel 1979 aveva casualmente scoperto che piccole dosi dell'agente patogeno del vaiolo proteggevano dalla malattia e la pratica della vaccinazione fu subito accettata dalla medicina ufficiale, ma non fu così per la concezione medica di Hahnemann. Netta opposizione venne dalle corporazioni dei farmacisti, che videro nell'omeopatia un attacco al loro potere economico: Hahnemahn raccomandava l'uso di un solo farmaco alla volta e fornì nuove e precise indicazioni per la preparazione delle medicine. Quando Hahnemann morì, nel 1843, la medicina omeopatica era già conosciuta in numerosi Paesi europei, Stati Uniti e Russia. In Europa le azioni dei produttori di farmaci omeopatici continuarono ad avere una quotazione abbastanza alta fino ai primi decenni del Novecento, quando iniziò una fase di ridimensionamento, a causa dello scontro impari, prima con la corporazione dei farmacisti e poi con le industrie farmaceutiche. L'utilizzo dei farmaci di sintesi chimica complicava intanto il lavoro dei medici omeopati, a motivo del mascheramento dei sintomi di malattia, fondamentali per l'individuazione del simillimum. Negli USA, fu grazie al medico omeopata olandese Hans Gram, emigrato negli Stati Uniti nel 1825, che l'omeopatia si diffuse rapidamente, sostenuta da personaggi di grande levatura morale e professionale, quali James Tyler Kent e Costantin Hering. Si tennero Insegnamenti di omeopatia alle Università di Boston, del Michingan, del Minnesota.
Nel 1850 fu fondata la prima Associazione di Omeopatia Hahnemaniana. Le statistiche indicano che il numero di medici omeopati a New York raddoppiò ogni cinque anni dal 1829 al 1869. La nascita di un Istituto Americano di Omeopatia indusse i medici non omeopati a fondare un’istituzione che tutelasse le loro sorti: l’American Medical Association (AMA). Ad un loro convegno un loro medico riassunse: <<Noi dovremmo ammettere che mai combattemmo l'omeopatia sulle questioni di principio: noi combattemmo l'omeopatia perchè essa arrivò sulla piazza e trovò gli affari.>>
Dai primi del 1900 ai giorni nostri
Negli Usa, ove la medicina omeopatica si era diffusa più che altrove, all'inizio del 1900 l'offensiva contro l'omeopatia si fece piu' scaltra: con l'espediente di Rapporti su requisiti formativi che privilegiavano i medici iscritti all' AMA, si giunse a escludere dal novero delle migliori università mediche le università omeopatiche, benchè queste avessero privilegiato docenti specializzati in clinica medica.
All'inizio del 1900 in America esistevano 22 scuole mediche omeopatiche, più di 100 ospedali omeopatici. Dopo la pubblicazione del Rapporto Flexner, finanziato ad arte dalle lobby farmaceutiche, sopravvivevano nel 1923 solo due scuole di omeopatia. Le scuole omeopatiche non furono le uniche a subire i danni del Rapporto Flexner, infatti delle sette scuole di medicina di colore, ne rimasero soltanto due e nel mentre diminuiva in modo significativo la percentuale delle donne che si laureavano in medicina. Chiunque desiderasse intraprendere la professione medica e superare gli esami abilitanti alla professione avrebbe dovuto dimostrarsi esperto in patologia, chimica e fisiologia. Quindi le università omeopatiche decisero di migliorare l'istruzione in queste materie, ma il loro addestramento omeopatico ne soffrì gravemente: il risultato fu che i laureati in queste università omeopatiche furono meno capaci di praticare bene l’omeopatia. Invece di individualizzare il rimedio sulla base della totalità dei sintomi della persona, molti medici cominciarono a prescrivere medicine secondo le categorie di malattia, stravolgendo il principio stesso dell’omeopatia. Molti omeopati abbandonarono la pratica omeopatica, molti pazienti cercarono altri tipi di cura e risultò sempre piu difficile per il pubblico distinguere i medici di seria formazione omeopatica da chi semplicemente usava i rimedi senza alcuna individualizzazione. Il crollo della credibilità delle istituzioni omeopatiche americane fu aggravato infine per le divisioni interne alle diverse scuole e dalla difficoltà a dedicare in questo contesto ostativo molto tempo al paziente e allo studio di ciascun caso individuale. Nel frattempo la medicina allopatica aveva reso meno brutali i propri metodi, risultando più accettabile. Tuttavia la medicina omeopatica non è mai scomparsa negli USA e attualmente siamo in presenza di una rinascita dell'Omeopatia classica.
L'omeopatia si difffuse rapidamente in Europa: dapprima in Austria, dove giunse direttamente dalla Germania, poi in Italia al seguito dell'invasione austriaca, in Francia e in Gran Bretagna, dove è sin dal 1830 medicina elettiva della famiglia reale, riscuotendo un crescente favore popolare. Anche in Francia nacquero molte scuole di omeopatia e si assistette a una diffusione generalizzata del suo utilizzo; ora ben oltre 20.000 farmacie ne distribuiscono i rimedi. Attualmente in Germania ci sono 3.500 medici medici omeopati oltre ai 10.000 Heilpraktiker (naturopati riconosciuti con l’autorizzazione a praticare l'omeopatia). Inoltre l'omeopatia si è diffusa in Grecia, Spagna, Belgio, nell'ultimo decennio nei paesi dell'ex Unione Sovietica e anche in Italia è in significativa crescita.
La medicina omeopatica si è diffusa moltissimo in Asia, soprattutto Russia, Sri Lanka, India e Pakistan dove quasi la metà dei medici autorizzati pratica l'omeopatia. Gandhi affermò che " l'omeopatia guarisce più persone di qualsiasi altro metodo di trattamento", e anche Madre Teresa ne sostenne la diffusione. In India ci sono 120 scuole mediche omeopatiche quinquennali, 250.000 medici omeopati e circa 100 milioni di cittadini si curano con l'omeopatia.
In Sud America l'omeopatia ha una grande popolarità. In Argentina si è diffusa anche grazie all’eroe nazionale Generale San Martin, il quale portò con sè un kit di medicine omeopatiche attraverso le Ande, nell'impresa di liberazione di Cile e Perù dalla dominazione spagnola. Attualmente ci sono circa 2000 medici omeopati in Argentina e 3 milioni di persone hanno già utilizzato medicine omeopatiche. L'omeopatia è ugualmente popolare in Messico e in Brasile, dove circa 15.000 medici praticano l'omeopatia e il corso di laurea in Farmacia prevede l'insegnamento obbligatorio di Farmacologia omeopatica. L’omeopatia è inoltre sviluppata a Cuba, in Australia e Africa soprattutto in Nigeria e Africa Meridionale.
Oggi in Italia l’omeopatia vive una rinascita, ma anche qui la Medicina di Hahnemann non ha avuto vita facile. La diffusione dell’ omeopatia avvenne al seguito delle truppe austriache che già presidiavano il Regno Sabaudo e furono poi chiamate nel 1821 dal re Ferdinando I nel Regno di Napoli a seguito di sommosse. Molti dei medici militari dell'armata austriaca praticavano ufficialmente l’omeopatia, il dott. Merenzeller, medico capo, era un omeopata ed il principe Carlo Filippo era stato paziente di Hahnemann. Nei primi anni lo sviluppo dell’ omeopatia in Italia fu difficile, poichè tutto ciò che portava la marca absburgica era boicottato.Furono quindi taciuti i numerosi successi che la "nuova medicina" riscuoteva, finchè avvenne un evento straordinario che portò l’omeopatia alla ribalta: la guarigione del maresciallo Radetzky, affetto da un tumore all'occhio destro, che i più insigni specialisti avevano rinunciato a curare, compreso il prof. Jaeger, eminente oculista della Corte d'Austria, mandato dall'Imperatore presso l’illustre malato. Fu così che Radetzky si rivolse all’ omeopatia e il dott. Hartung lo guarì radicalmente in sei settimane di cura. Il dott. Varlez, membro dell’ Accademia reale di Medicina di Bruxelles, incredulo di fronte alla guarigione, ricevette dallo stesso Radetzky una lettera autografa.
Il dott. Necker di Melnik, medico militare tedesco, aprì a Napoli un Dispensario di medicina omeopatica e attorno a lui si raccolsero quei discepoli che poi saranno i principali artefici della storia dell'omeopatia in Italia: i dottori Cosmo de Horatiis, Francesco Romani e Giuseppe Mauro. Apertamente favorita dai Borboni, dal 1830 al 1860 l'omeopatia conobbe in Italia un periodo di grande diffusione e successo: nel 1834 si contavano almeno 500 medici omeopati, un numero enorme per l'epoca, soprattutto tenendo presente che l'omeopatia era diffusa in poche regioni, soprattutto Campania, Sicilia, Lazio ed Umbria.
La medicina omeopatica si diffuse, supportata da successi strepitosi su illustri pazienti anche nello Stato Pontificio. Nel 1841 Papa Gregorio XVI riconobbe ai medici omeopati il diritto di distribuire gratuitamente i medicinali omeopatici, annullando le vessatorie disposizioni delle Municipalità di Bologna e di Roma, che invece li avevano proibiti. Sempre Gregorio XVI, con una Bolla, concesse agli ecclesiastici l'autorizzazione a somministrare rimedi omeopatici in casi urgenti, anche in assenza del medico. Nel 1848 Pio IX nominò il prof. Ettore Mengozzi, medico omeopata, alla cattedra di Filosofia della Natura all’ Università di Roma. Più tardi Leone XIII, curato e guarito dal dott. Talianini, medico omeopata, chiamerà sempre a consulto l’insigne clinico, ogniqualvolta colpito da malattia. Infine nel 1947 Papa Pio XII nominò il dott. Galeazzi-Lisi archiatra pontificio per i servizi resi attraverso la Medicina omeopatica.
L'omeopatia si diffuse anche nel Regno Sabaudo. è del 1843 la prima legislazione sull'omeopatia, che regolò produzione e commercio dei medicinali omeopatici. Essa fu promulgata da Carlo Alberto e rimase in vigore anche nel Regno d’Italia finchè nel 1933, dopo ben 90 anni, fu abolita dal fascismo, che non riconobbe un sapere medico diverso da quello insegnato nelle Università e dunque cercò di oscurare la medicina omeopatica.
Dal dopoguerra sono sorte in Italia varie scuole di omeopatia classica hahnemaniana, accanto al diffondersi dell'utilizzo di rimedi omeopatici con metodi e obiettivi terapeutici che si discostano notevolmente dall'omeopatia classica. Si attende da anni una Legge dello Stato Italiano che regoli la formazione del medico omeopata e l'esercizio della medicina omeopatica e intanto vigono Leggi Regionali.
Nonostante l'omeopatia abbia subito per oltre duecento anni attacchi, boicottaggi e ostracismi di ogni tipo, oggi è diffusa, insegnata e praticata in quasi tutti i Paesi del mondo ed è in costante e continua crescita. Attualmente la medicina omeopatica è sicuramente metodica terapeutica che possiede moltissime dimostrazioni cliniche di efficacia e nel contempo moltissime opposizioni da parte del mondo accademico. Perchè? Senz'altro i ciclopici interessi economici delle multinazionli del farmaco condizionano pesantemente la ricerca e il pensiero medico. Inoltre il pensiero omeopatico porta con sè un enorme potenziale di innovazione culturale, cui lo status quo oppone forti resistenze. Tuttavia il futuro è nella rivoluzione culturale dell'immateriale: nuove frontiere della scienza fisica, informatica, biologica... mentre l'omeopatia hahnemanniana è già qui con il suo prezioso contributo alla salute umana.
Gili Maria Luisa si è laureata in Medicina e Chirurgia nel 1987 all'Università degli Studi di Milano, ha poi conseguito la specializzazione in Psichiatria occupandosi di Patologia del Comportamento Alimentare, e il diploma di Omeopatia Classica. Il fulcro del suo interesse per la Medicina sono le naturali unità mente-corpo e individuo-società-ambiente applicate alla cura di adulti e bambini. Dal 2007 ha ampliato la propria esperienza professionale al web svolgendo Educazione Sanitaria e Consulenze online tramite il sito www.omeopatiadinamica.it dedicato interamente all'omeopatia unicista. Ritiene che l'attività di promozione culturale del pensiero medico sia naturale complemento dell'attività clinica, per un'arte medica del futuro capace di superare la dicotomia tra medicina convenzionale e alternativa e capace di contribuire alla salute e al ben-essere collettivo.
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