La cura di Omeopatia Unicista è indicata per favorire la fertilità maschile, femminile e di coppia; il limite della cura è costituito da alterazioni strutturali degli organi della riproduzione e i migliori risultati si ottengono nell’infertilità relativa (in cui gli esami clinici mostrano alterazioni che non impediscono il concepimento ma lo rendono meno probabile) e nell’infertilità inspiegata (in cui gli esami dell’uomo e della donna sono del tutto normali). La cura omeopatica rafforza la salute della persona riportando armonia nelle dinamiche biologiche alterate, per loro natura così complesse da poter essere disturbate anche da piccoli squilibri non evidenziabili dalle indagini cliniche. Il concepimento è il risultato della mirabile armonia del sistema riproduttivo maschile e femminile nonchè dell’interazione riproduttiva della coppia e tale mirabile armonia è sostenuta da una complessa organizzazione biologica. Continua a leggere
Omeopatia per stati di affaticamento psico-fisico
Le richieste della vita quotidiana sono oggi sempre più pressanti e non di rado le numerose difficoltà da affrontare mettono a prova la resistenza della persona che può ritrovarsi in uno stato di affaticamento psico-fisico da cui non si ristora col comune riposo.
La fatica e il riposo sono in natura i poli dell’attività , scopo naturale della vita. Il sano volere, pensare ed agire è diretto alla preservazione della vita personale, collettiva e della specie e risponde ad un complesso equilibrio biologico secondo cui il bene individuale e il bene comune non possono essere uno a scapito dell’altro ma coesistono in armonia nei limiti della singola esistenza e dell’umana caducità . Continua a leggere
Quando si può curare la tiroide con l’omeopatia
La tiroide è una ghiandola posta nel collo davanti alla laringe e la funzionalità tiroidea costituisce un esempio significativo dell’inscindibile unità corpo-mente. Infatti la ghiandola tiroidea produce gli ormoni tiroidei T3 e T4 su comando di una piccola ghiandola alla base del cervello, l‘ipofisi detta anche ghiandola pituitaria che produce TSH su comando del TRH prodotto dall’ipotalamo, una regione del cervello dove si trovano centri di controllo di funzioni vitali (temperatura corporea, fame, sete, reazioni emotivo-istintive). A loro volta gli ormoni tiroidei T3 e T4 controllano i loro “controllori” TSH e TRH con un meccanismo detto di feed-back negativo e tutta la catena produttiva è influenzata da una rete di collegamenti con il mondo esterno e il mondo interno del nostro organismo. Una sorta di “computer vivente” con numerosissime connessioni in input e in output modula momento per momento la quantità giusta di ormoni tiroidei necessari a stare bene: alla giusta temperatura interna, alla giusta pressione e frequenza cardiaca, al giusto livello di forze e all’umore giusto per affrontare al meglio la vita quotidiana. Continua a leggere
Veratrum album | I rimedi omeopatici
Il rimedio omeopatico Veratrum album è preparato dai rizomi del cosiddetto elleboro bianco raccolto ai primi di giugno prima che compaiano i fiori. In realtà il nome “elleboro bianco” deriva da un’errata classificazione e non è corretto: questa pianta non appartiene alla famiglia delle Ranuncolacee (da cui prenderebbe il nome di “elleboro”) ma alle Liliacee.
La pianta è un’erba perenne resistente che fiorisce da giugno ad agosto; cresce comunemente sui monti dell’Europa centrale e meridionale. Lo stame si sviluppa in altezza da 60 cm a 175 cm e regge sulla sommità una spiga di piccoli fiori bianco-verdastri con sei petali. Le foglie sono larghe, ovoidali e lanceolate. La radice è tuberosa, marrone in superficie e con lunghe fibre bianche alla base. Tutte le parti della pianta sono velenose, anche quando essiccate. I romani in tempi antichi la impiegavano per rendere ancora più mortali le loro daghe e frecce. Continua a leggere
Helleborus niger | I rimedi omeopatici
Il rimedio omeopatico Helleborus niger ha la sua matrice materiale nell’omonima pianta, detta anche rosa di Natale, probabilmente il membro più antico della grande famiglia delle Ranuncolacee.
La pianta Helleborus niger disdegna apertamente l’usuale ciclo delle piante: fiorisce in mezzo alla neve d’inverno; non mostra nessuna “fretta”: solitamente trascorrono da cinque a sette anni prima che si sviluppi del tutto.
Poche piante sono più eleganti: i larghi fiori a forma di coppa, bianchi con una sfumatura di rosso, contrastano in modo raffinato con il fogliame ampio, scuro e brillante. Il biancore del fiore richiama l’immagine di una tela su cui è stata dipinta una successione di tonalità che vanno dal vivido vermiglio dell’alba ad una profonda sfumatura di rosa. Continua a leggere