L’esposizione in età prenatale e prepuberale, a componenti chimici di prodotti per la cura personale può causare pubertà precoce nelle bambine. La pubertà precoce è favorita da componenti di dentifrici, profumi, cosmetici e saponi. Queste le conclusioni di uno studio longitudinale condotto da ricercatori della School of Public Health dell’Università di Berkeley (California). Lo studio è stato supportato dal prestigioso National Institute of Environmental Health Sciences (NIEHS)
Lo studio conferma inoltre il dato preoccupante che le bambine e, in minor misura i bambini, raggiungono la pubertà sempre prima. La pubertà precoce è in relazione con un incremento del rischio di malattie mentali, cancro al seno e alle ovaie per le ragazze e ai testicoli per i ragazzi. Altre concause della pubertà precoce sono il consumo eccessivo di carne, l’esposizione ai pesticidi, l’etnia e il sovrappeso.
Il risultato dello studio, pubblicato il 4/12/2018 su ‘Human Reproduction’, è frutto dell’analisi di dati raccolti in 20 anni per lo studio CHAMACOS. Allo studio hanno partecipato 338 bambini, seguiti dal periodo intrauterino all’adolescenza. L’esposizione alle sostanze chimiche studiate è stata valutata tramite analisi delle urine delle mamme in gravidanza e dei bambini all’età di 9 anni.
Le sostanze associate alla pubertà precoce
Si è evidenziata la correlazione tra pubertà precoce ed esposizione:
prenatale a dietilftalato (gli ftalati sono stabilizzanti di prodotti per la cura personale odorosi e pesticidi)
prenatale a triclosano (antimicrobico del gruppo dei fenoli di struttura chimica molto simile alla diossina, proibito dalla FDA dai saponi per mani perchè inefficace, ma tuttora presente in alcuni dentifrici)
prepuberale a parabeni (conservanti), identificati nelle urine delle bambine all’età di 9 anni.
Finestre temporali critiche e dinamica di salute
“Sappiamo che alcune delle cose che mettiamo sui nostri corpi entrano nei nostri corpi, sia perchè passano attraverso la pelle, sia perchè li respiriamo o li ingeriamo inavvertitamente. Ma dobbiamo sapere come questi prodotti chimici impattano sulla nostra salute”, dice Kim Harley, primo autore della pubblicazione e Professoressa associata della prestigiosa School of Public Health – Berkeley (USA). […] “Volevamo sapere in che modo l’esposizione ad alcuni prodotti chimici impatta sullo sviluppo in alcune finestre temporali critiche, che includono il periodo prenatale e la pubertà”.
Il concetto di finestre temporali critiche porta la nostra attenzione sulla salute come dinamica che si svolge nell’arco temporale dell’intera vita. Si è soliti pensare che la salute sia una stratificazione di stati: lo stato di oggi, di ieri, di un mese fa, etc…Invece la salute è una dinamica complessa, forte e delicata.
La fase prenatale e prepuberale sono fasi formative in cui l’equilibrio del sistema ormonale si assesta.
In queste fasi gli stimoli artificiali prodotti da dietilftalato e triclosano possono causare sottili alterazioni della dinamica del sistema ormonale del feto. Tali alterazioni sono tuttavia così potenti da potersi manifestare anche a una decina d’anni di distanza!
Come non provare indignazione di fronte al fatto che si tratta di prodotti cosiddetti di bellezza, ideati per rendere ancor più belle le future mamme e le future donne? La scienza ci può aiutare a disvelare gli inganni dei prodotti di consumo e a riconsiderare la bellezza naturale per un mondo sano e sostenibile.
Qui il comunicato di UC Berkeley.