Sembra un film, sembra un incubo, prevalgono sensazioni surreali. E invece qualcosa che somiglia alla realtà quotidiana dei Paesi poveri irrompe anche nel nostro comfort sordo. Emergenza coronavirus: del tutto impreparati a una situazione ignota, prefigurata soltanto da scenari filmici…
Impreparati all’emergenza
Ancora una volta, nell’emergenza, il gigante d’argilla crolla. Terremoti, alluvioni, incidenti chimici e nucleari, petrolio in mare…Superata la criticità, in qualche modo e con costi umani in parte evitabili, l’economia globale è tornata ogni volta a investire nel vivere alla giornata. E ora ci risiamo…
All’improvviso la sicurezza dei mille e uno amici diventa un pericolo. In questo momento la sicurezza è distanziamento sociale nei contatti inevitabili: 1,5 -2 metri dalle persone. All’improvviso il “non puoi mancare, ci devi essere” diventa “stai a casa”. Disorientamento, confusione, rifiuto, si va dall’incredulità al terrore.
Tuttavia reazioni, pensieri e comportamenti irrazionali vanno “processati” subito. Comune reazione è: “eccoci tutti in galera, senza poter protestare”. E intanto nelle carceri si registra il record di rivolte.
Eppure l‘isolamento come difesa da una malattia contagiosa è inscritto nel nostro istinto vitale di animale uomo. Ricerche etologiche evidenziano che l’animale ammalato non viene cacciato dal gruppo, non gli viene sottratto il cibo, si isola e viene isolato. L’isolamento è temporanea pratica di branco, del tutto naturale, nulla di cui sentirsi offesi o indignarsi.
Stare a casa: libertà mia e degli altri
Le norme emanate dal Governo sembrano restrittive della libertà personale perchè siamo abituati a pensare alla libertà mia e non alla libertà personale come un tuttuno con la libertà degli altri. Bisogna ora pensare alla libertà fondamentale: la libertà di vivere propria e altrui e quindi anche alla libertà di essere curati.
Bisogna pensare alla libertà di tutti gli operatori sanitari di curare e lavorare in condizioni umane. La numerosità dei malati li sovraespone al contagio e rende impossibile la cura di tutti gli ammalati gravi.
Allora stare a casa e rispettare tutte le norme, non è un attimo in attesa di trasgressione, nè obbedienza coatta per paura della multa.
Nel concetto di libertà personale si apre allora uno squarcio, che non è lo scempio della costrizione, ma il respiro della libertà collettiva.
Obbedienza attiva alla Salute Collettiva
Stare a casa è allora obbedienza attiva alla Salute Collettiva. E’ una scelta condivisa con la gente del proprio paese, città, nazione, mondo. E’un piacere contribuire a ridurre i contagi e a rendere affrontabile la situazione. Anche la tua buona osservanza delle misure è un tassellino dell’enorme puzzle della reazione costruttiva alla pandemia.
Ricordiamo che il virus SARS-CoV-2 o Covid- 19 può essere trasmesso ancor prima che compaiano i sintomi. Molte persone contraggono la malattia in forma molto lieve e possono trasmetterla senza volerlo a qualcuno che la può trasmettere ad altri….e così via…
In questo momento in cui divertimenti, acquisti e guadagni sono in pausa, possiamo arricchirci della forza della salute collettiva. Drammaticamente elicitata dalla pandemia, ne va ben al di là. Il sordo comfort individuale si sfalda mentre empatia e consapevolezza sopite possono emergere..
Pensiamo all’emergenza dei numeri altissimi di vittime causate da mutazioni climatiche, inquinamento, fame e povertà, alimentazione insana, malattie e incidenti sul lavoro e della strada.. La vita ha sempre bisogno di obbedienza attiva alla Salute Collettiva!
La pandemia evidenzia l’assenza di confini tra la sicurezza mia e la sicurezza tua, tra gli Stati e le regioni. Drammaticamente ci ricorda che ben poco riguarda solo il singolo nel mondo globale.
L’Essere-con gli altri e l’Essere-in noi
Sino a qualche giorno fa, non solo l’Essere-con gli altri, ma persino l’Essere-in noi passava attraverso il contatto stretto con gli altri e il modo in cui gli altri ci vedono.
In questo momento l’Essere-con gli altri passa attraverso il distanziamento sociale. Siamo volati a una situazione esistenziale opposta: del tutto normale non sentirsi in equilibrio, a disagio. In questa occasione possiamo però anche riflettere sul riequilibrio del rapporto tra sè e gli altri.…E ora, buone scelte a tutti!