Il ritmo cardiaco è rapidamente influenzato dallo stato emozionale, tanto che l’espressione batticuore è quasi sinonimo di emozione. Novità, pericoli, ricordi vividi e desideri possono dare subito un batticuore funzionale all’economia dell’organismo. Infatti l’aumento della frequenza cardiaca migliora l’ossigenazione di cervello e muscoli per rispondere al meglio alla situazione e il batticuore da emozione è percepito come forza del fuoco interno che anima la volontà.
Invece nella tachicardia emozionale l’aumento della frequenza cardiaca non è funzionale perchè è in risposta a emozionalità eccessiva oppure sproporzionata rispetto all’entità delle emozioni; viene percepito allora con allarme “qualcosa che non va”. Noi non controlliamo il ritmo cardiaco (anche se è possibile modularlo con tecniche di rilassamento) perchè è una funzione vegetativa autonoma, tuttavia l’abitudine ad un certo ritmo ci dà l’idea l’illusione di una sorta di controllo e la tachicardia può essere percepita con paura come “cuore fuori controllo“.