Il rimedio omeopatico Cinchona officinalis, noto anche come China, si ottiene a partire dalla corteccia dell’albero di quinaquina che cresce sui pendii orientali delle Ande ad un’altitudine compresa tra i 3000 e i 9000 piedi s.l.m.
L’albero appartiene alla famiglia delle Rubiaceae (che include la pianta del caffè e la gardenia) e cresce in foreste di altri alberi o solitario; raggiunge un’altezza di circa 18 m.
Le foglie hanno forma lanceolata e dimensioni varie, sono verde scuro e presentano una venatura centrale molto prominente. Gli snelli peduncoli dei fiori sono ascellari rispetto alla foglia e reggono un grappolo di fiori cuneiformi di delicata fragranza e dal colore variabile (bianco, rosa, lavanda o rosso). Il frutto dell’albero è una capsula ovoidale, di color verde scuro che si apre alla base rivelando un grappolo di semi.
Non si sa come avvenne la scoperta, ma la corteccia dell’albero di quinaquina venne utilizzata come farmaco per guarire dalla febbre malarica. Introdotta come medicamento in Europa nel XVII secolo da preti gesuiti in contatto con il Sud America, si diffuse con il nome di “La corteccia”, “Polvere dei Gesuiti” o “Corteccia Peruviana” e venne utilizzata direttamente o come base di medicinali di preparazione a noi non nota.
L’albero di quinaquina, venne nominato da Linneo nel 1742 come “Cinchona”. Secondo alcuni studiosi questo nome deriverebbe dalla Contessa di Chinchon che fu guarita dalla malaria grazie a “la corteccia”, tuttavia ci sono ipotesi che vedrebbero nell’origine del nome la parola inca kinia (corteccia).
Con il nome di “albero di quinaquina” sono indicate molte varianti di Cinchona, tra cui Cinchona ledgeriana, Cinchona calisaya, Cinchona succirubra e Cinchona officinalis.
Il rimedio omeopatico Chinchona officinalis (o China) deriva dall’omonimo albero: originario dell’Equador e del Perù, ha una corteccia pallida e basso contenuto di alcaloidi.
In Omeopatia ricordiamo l’albero di China come l’albero che diede origine all’omeopatia: Samuel Hahnemann assunse una grande quantità di “la corteccia” e fece così la sua grande scoperta: sviluppò i sintomi tipici della malaria, la malattia che si riteneva fosse in grado di curare. Questa esperienza richiamò alla fertile mente del padre dell’Omeopatia il detto di Ippocrate: “I simili curano i simili” e di lì iniziarono una lunga serie di esperimenti e trial che posero le basi dell’introduzione dell’omeoterapia nella pratica medica.
La tintura madre viene preparata a partire dalle spine della Cinchona officinalis. Il procedimento di preparazione con Diluizione-Dinamizzazione non solo rende il rimedio Cinchona officinalis in grado di non nuocere (purchè sia prescritto secondo il metodo hahnemaniano), ma estrinseca moltissime altre proprietà curative che la sostanza grezza non dinamizzata non possiede. Per quali patologie è indicato Cinchona officinalis? In tutte le situazioni in cui esiste una relazione di similitudine tra il profilo di C. officinalis e il Ritratto sintomatologico della persona da curare, delineato dal medico omeopata con Colloquio omeopatico e Analisi del caso. La soluzione online? Omeopatia Dinamica: ora l’omeopatia classica è sul web con percorso curativo, informativo e conoscitivo.