Le evidenze scientifiche sulle proprietà fisiche dei rimedi omeopatici oggi tante e non ancora del tutto spiegabili. L‘analisi degli spettri di risonanza magnetica nucleare ovvero RNM (che studia il nucleo di atomi sottoposti a campo magnetico) su preparati omeopatici evidenzia già nel 1963 caratteristiche specifiche dei tempi di rilassamento della risonanza di differenti potenze di Sulphur. Si tratta di parametri complessi che dipendono dal preparato studiato, dai movimenti di rotazione e traslazione delle molecole e dall’interazione magnetica dipolare tra protoni vicini intra e intermolecolari. Gli studi di Smith e Boericke (1968) dimostrarono che la geometria del solvente utilizzato (acqua o etanolo) si modifica con le diluizioni, che le modificazioni aumentano al crescere della diluizione e sono ancor maggiori se si effettua diluizione congiunta a succussione; l’analogia con il procedimento di preparazione dei rimedi omeopatici con diluizione-dinamizzazione è dunque straordinaria. In altri studi effettuati in Francia da Demangeat sono stati analizzati gli spettri NMR di preparati omeopatici contenenti silicio/lattosio e soluzioni diluite e dinamizzate di acqua distillata e NaCl (cloruro di sodio). Rispetto ai preparati contenenti NaCl in quantità ponderale, i preparati omeopatici presentano una maggiore modificazione dei tempi di rilassamento della risonanza, osservabile anche con concentrazioni di silicio pari a 10^-17 mol/L.
Altre evidenze scientifiche sulle proprietà fisiche dei rimedi omeopatici sono fornite dall‘analisi spettrofotometrica all’infrarosso. Il gruppo di lavoro di Heinz, dimostrò già nei primi anni ’80 l’importanza della dinamizzazione: preparati omeopatici dinamizzati e diluiti alla 30 D presentano bande di assorbimento allo spettro infrarosso, non presenti nel preparato non dinamizzato e che comunque scompaiono se il preparato viene portato ad ebollizione.
Il concetto con cui Hahnemann, medico fondatore dell’omeopatia, spiega il contenuto dei rimedi omeopatici, cui è da attribuirsi l’azione curativa, è la Dynamis, che egli deduce dalle numerose sperimentazioni cliniche da lui condotte, già nel XIX secolo con metodo sperimentale, anticipando con lungimiranza l’evoluzione scientifica dell’Ars Medica.