Il DNA, la sorprendente macromolecola della vita cellulare, rivela proprietà sinora sconosciute, che infrangono la barriera tra materiale e immateriale e tra omeopatia e medicina convenzionale, grazie alla scoperta di Montagnier (premio Nobel per la Medicina 2008)-Aissa-Lavallee e il team di ricerca dei fisici Del Giudice-Vitiello-Tedeschi; la ricerca è stata pubblicata sul Journal of Physics, una delle riviste scientifiche più prestigiose del mondo. La biologia si incontra con la fisica quantistica e si aprono nuovi orizzonti per la medicina.
E’ stata scoperto che il DNA di microrganismi intracellulari si può formare in assenza di molecole di DNA del microrganismo, in una cellula immersa in una soluzione acquosa in cui i microrganismi erano così altamente diluiti da essere praticamente assenti (è noto che il DNA si replica a partire dal DNA stesso). I ricercatori hanno identificato e misurato nella soluzione acquosa onde elettromagnetiche che possono spiegare la “memoria” del DNA dei microrganismi (rimossi con ultrafiltrazione), che resterebbe nell’acqua.
Infatti la soluzione acquosa ad alta diluizione, sottoposta a forte agitazione meccanica (vortex ad ogni passaggio di diluizione), emette onde ULF (Ultra Low Frequency) che, dopo essere state memorizzate dall’acqua, possono essere trasmesse a una cellula vivente e fungere da quantum imprinting per gli enzimi cellulari addetti alla replicazione del DNA cellulare. Questi “scambiano” l’imprinting elettromagnetico per una molecola di DNA da replicare, formano il DNA del microrganismo e quindi il microrganismo stesso.
Per studiare le onde elettromagnetiche, è stato utilizzato un solenoide (conduttore costituito da un gran numero di spire circolari) che recepisce la componente magnetica della soluzione e la converte in corrente elettrica. La corrente elettrica, dopo un processo di amplificazione, viene analizzata da un pc con apposito software. Si è scoperto così che l’emissione delle onde elettromagnetiche non segue una legge matematica lineare con relazione proporzionale tra entità delle onde e numero di microrganismi presenti prima della filtrazione, ma l’emissione di onde è un fenomeno “tutto o nulla“: si verifica o non si verifica completamente, risultando così strettamente legato alla fisica quantistica e alla struttura dell’acqua.
Inoltre è stato scoperto che può avvenire uno scambio di informazioni tra soluzioni sottoposte a processi di imprinting e filtrazione, grazie a campi elettromagnetici agenti sulle soluzioni e prodotto dall’interazione delle soluzioni stesse.
Esperimenti successivi hanno dimostrato che le onde elettromagnetiche emesse da nanostrutture di dimensione 20-100 nm (virus, batteri, plasma e piccole sequenze di DNA) sono resistenti a RNAse e DNAse (a differenza delle molecole di DNA) e sensibili a temperature che sono superiori a 70° C e inferiori a -80° C; inoltre si generano soltanto in presenza di un campo magnetico di fondo con frequenza 7 Hz: il campo magnetico terrestre (7,83 è la frequenza più bassa della risonanza di Schumann, che rappresenta la comune oscillazione del campo magnetico terrestre), deponendo per un fenomeno di risonanza.
Gli studi di Montagnier e collaboratori sono riproducibili (già confermati in 4 altri laboratori, due a Parigi, a Montreal e in Camerun) e di portata rivoluzionaria: il chimico teorico Jeff Reimers dell’Università di Sydney ha comunicato in un articolo apparso sul NewScientist che, con ulteriori scoperte che confermino questi studi, la comunità scientifica “dovrà rivedere l’intera conoscenza della chimica moderna”. Per la Medicina Omeopatica potrebbe iniziare una nuova era: si passa dagli studi di efficacia e dalle sperimentazioni con proving con il metodo scientifico fondato da Galileo, a spiegazioni di Fisica Quantistica sul meccanismo d’azione dei rimedi, preparati con il procedimento di diluizione-dinamizzazione ideato da Hahnemann.