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E. Coli 0104:H4 , epidemia, allevamenti intensivi e cibo contaminato

E. Coli 0104:H4 è un superbatterio, produttore di Shiga-tossine, dotato di DNA di Yersinia Pestis (agente patogeno della peste), resistente a tutti gli antibiotici esistenti e con tasso di mortalità dell’ 1%.

Vari ceppi non patogeni di E. Coli fanno parte della normale flora batterica intestinale. Questa è composta da 33 milioni di batteri per cm2 in mirabile equilibrio dinamico. Circa 1,5 kg di microrganismi nell’adulto costituiscono una sorta di extra-organo con funzioni nutritive e difensive, capace di ostacolare l’insediamento di germi patogeni. La flora batterica è influenzata dallo stato di salute intestinale e generale della persona,  da stress psico-fisici, trattamenti antibiotici e cattiva alimentazione: scarsa o eccessiva, squilibrata, inquinata o improvvisamente variata.

Le epidemie

E. coli O157:H7Nel 1982 è stato identificato  E. Coli O157:H7, il primo E. Coli altamente patogeno. Da allora si sono registrati numerosissimi episodi epidemici in tutti i Paesi industrializzati, soprattutto USA, Europa, Giappone, Canada e Australia, di diarrea emorragica.  Questa si può complicare con SEU (sindrome emolitico-uremica), la mortalità è di circa il 5% e che comporta spesso gravi sequele nei sopravvissuti.

In Italia l’incidenza media dei casi di SEU (1998-2002) si attesta su 0,28 casi per 100.000 abitanti, secondo dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Enter-net). Negli USA si verificano oltre 400 focolai epidemici di diarrea ed emorragie intestinali da ceppi patogeni di E.Coli con una media 110.000 ammalati e 80 morti all’anno.

Il problema degli allevamenti

 E. Coli 0104:H4 e allevamenti intensiviQueste epidemie sono attribuite principalmente all’utilizzo massiccio  di antibiotici negli allevamenti intensivi. Le colonie di E. Coli   resistono agli antibiotici con ceppi mutati, patogeni per l’uomo ma inoffensivi per l’animale. Così i ceppi patogeni  entrano nella catena alimentare con carne poco cotta (in particolare la parte centrale di hamburger), insaccati non cotti e prodotti lattiero-caseari da latte non pastorizzato. Anche verdura concimata con escrementi animali, consumata cruda e senza adeguato lavaggio possono causare epidemie. Non dimentichiamo poi l’inquinamento di acque di falda e sistemi di riciclo, oltre che inosservanza di comuni norme igieniche.

Ma E. Coli non è l’unico  patogeno letale da cibo contaminato. Il CDC Center, organo governativo americano, stima che, a causa di virus, batteri, parassiti, tossine e metalli presenti nei cibi, negli USA si ammalano ogni anno 76 milioni di persone. Di queste 325.000 vanno in ospedale e 5000 muoiono. A motivo della grave situazione il Codex Alimentarius prevede l’irradiazione di frutta e verdura con raggi gamma, tuttavia si mantengono gli allevamenti intensivi!

I rischi dell’ingegneria genetica

E. Coli 0104:H4Ora E. Coli 0104:H4 presenta delle reali peculiarità genetiche. E’ resistente a ben 8 classi di antibiotici e possiede sequenze genomiche di Yersinia Pestis. Il batterio è uno dei microrganismi più utilizzati dall’ingegneria genetica nella ricerca e produzione di farmaci, biocarburanti e tecniche di piogge indotte, oltre che nella ricerca di armi biologiche. Non si può escludere che E. Coli 0104:H4 sia potuto arrivare in qualche modo da questi ambiti specifici nella catena alimentare.

Queste epidemie sono un tutt’uno con la guerra globale dei profitti alimentari che nutre sempre più vittime nei paesi ricchi e poveri. Diarrea emorragica e sindrome emolitico-uremica sono state attribuite nella comunicazione di massa a germogli e verdure, che sono invece solo vettori finali. La disinformazione minimizza invece le cause: i potenziali rischi dell’ingegneria genetica e il serissimo problema degli allevamenti intensivi.

 

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