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- Omeopatia & Societa', covid

Nella pandemia e oltre: la Medicina a un bivio?

Sin dai suoi albori l’antropologia ha  evidenziato che la Medicina è frutto  del contesto sociale e culturale entro cui si sviluppa. Oggi, la pandemia prospetta un nuovo modo di essere per la Medicina.

Medicine tradizionali e paradigma biomedico

La Medicina occidentale convenzionale si è storicamente imperniata sul paradigma biomedico individuale. Esso considera la malattia fisica un evento individuale, la attribuisce a cause biologiche e mira a curare la parte di corpo ammalata. Equilibri e interrelazioni tra le diverse  parti del corpo e la relazione tra malattia, psiche e vita della persona nel mondo in cui vive hanno un ruolo secondario.

Invece in molte Medicine non occidentali non è possibile curare una malattia fisica o mentale senza intervenire sul contesto sociale. Ogni medicina tradizionale ha il suo paradigma, ma comunque si tratta spesso di paradigmi collettivi.

In queste culture spesso il guaritore, oltre a somministrare rimedi della Natura e agire sulla spiritualità dell’ammalato, dispone anche misure e riti collettivi per la protezione della persona e della collettività. Questa è implicata nella causa e soluzione della malattia individuale.

Non di rado nel mondo globale, il paradigma biomedico occidentale è in conflitto con i sistemi di cura tradizionali. Talora per il sistema occidentale non c’è altra soluzione che mediare, con guaritori e migranti. In molte popolazioni, i più ricorrono ad entrambi i sistemi,  a seconda della circostanza. La mediazione culturale in medicina è fonte di tensioni ma anche di recupero di valori tradizionali sommersi e di nuovi orizzonti.

 

Evoluzione del paradigma biomedico

D’altronde, già di suo, il paradigma biomedico individuale occidentale oggi non è più esclusivamente biomedico e individuale. Con lo sviluppo della medicina psicosomatica, della medicina preventiva e delle Medicine non convenzionali, il paradigma occidentale si potrebbe configurare come paradigma della complessità.

ll paradigma biomedico è parte del paradigma culturale occidentale, caratterizzato dall’unilateralità scientista, che prescinde sovente dalla dimensione spirituale, sociale e naturale.

Le scienze, l’informatizzazione e l’automazione fanno grandi e veloci progressi. Ma nel mentre il disagio psichico cresce insieme all’individualismo e al non-senso della vita. Nell’epoca dell’unilateralità scientista, l’Essere soffre per la pochezza della vita spirituale, sociale e naturale.

Pandemia e paradigma biomedico

Recentemente la pandemia da covid-19 ha mostrato che l’unilateralità del paradigma biomedico  è oggi insufficiente a preservare la salute.

Infatti il mondo è stato inondato  in modo incontrollabile da un qualcosa,  non un vero essere vivente ma un aggregato di molecole incapace di vita autonoma, che si riproduce  tramite lo sfruttamento dell’organismo umano. Affrontare oggi la crisi della Medicina solo potenziando il paradigma biomedico  è come immettere degli antidoti in acque inquinate di un oceano senza argini, che ha già inondato il pianeta.

Lockdown,  distanza tra le persone e  DPI hanno arginato la pandemia e sono stati in un certo senso rimedi virucidi, dato che il virus si degrada fuori dal corpo umano.

Con queste misure sanitarie su larga scala la Medicina convenzionale esce dal paradigma biologico individuale ed entra in società!

E poi, con le recentemente note relazioni tra coronavirus, clima e inquinamento da polveri sottili, nonchè in generale tra epidemie e allevamenti intensivi, la Medicina può rientrare nella Natura, da cui nacque in origine.

La Medicina è a un bivio?

De facto, per emergenza sanitaria, la dimensione collettiva della Medicina si è affiancata al paradigma biomedico individuale. L’affiancamento è di proporzioni improvvisamente gigantesche, rispetto ai delimitati ambiti di medicina preventiva e alle nicchie di mediazione culturale.

Ora la medicina occidentale è ad un bivio cruciale: medicalizzazione della società e della Natura oppure rinaturalizzazione e socializzazione della Medicina?

 

 

Adesso l’orizzonte vicino e urgente per una Medicina della complessità potrebbe essere la salute collettiva, così come definita dall’OMS, ovvero “benessere fisico, psichico e spirituale” di tutti gli abitanti di un pianeta da salvaguardare.

Oppure la Medicina potrebbe continuare a occuparsi prevalentemente della salute individuale, intesa come gestione ottimale della malattia fisica nel paziente. Si solcherebbe così il percorso usurato e pericolante della lotta contro la malattia fisica, per viandanti soli in strade affollate, di Paesi “ricchi” di denaro inquinato.

Il futuro dipenderà dai medici? Anche, ma soprattutto da tutti coloro che danno voce e visibilità alle idee e ai fatti collettivi.

Il benessere futuro dipenderà da quanto  le volontà costruttive  avranno la meglio sul dio denaro, un dio così povero di vita, da non avere proprio nulla di divino.

E agli antropologi del futuro lasciamo il grande lavoro di comprendere i dilemmi di questa nostra epoca!

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il Medico omeopata risponderà appena possibile.