Il rimedio omeopatico Apis Mellifica deriva proprio dall’ape da miele e per la preparazione della tintura madre (a partire dalla quale si ottengono le varie diluizioni del rimedio) viene utilizzato l’intero insetto. E’ da notare come ciò sia in linea con la profilassi desensibilizzante suggerita per gli apicoltori, che raccomanda l’utilizzo di “estratti da tutto il corpo dell’insetto piuttosto che il veleno, dato che l’antigene che causa le reazioni allergiche è presente in tutto il corpo dell’animale”.
L’ape da miele è altamente sensibile, come testimonia il suo infallibile senso di direzione che la porta a volare da e verso l’alveare in cerca di nettare. E’ anche un animale che reagisce violentemente, come testimonia il fenomeno dello sciame e la violenza dell’attacco in massa se infastidita. Se inoltre vespe o api appartenenti ad altri alveari osano intromettersi all’entrata dell’alveare, le api lavoratrici di guardia le sequestrano sommariamente e le uccidono sul posto.
Le api sono insetti tanto irrequieti (volano da un luogo all’altro senza stare troppo a lungo su nessun fiore) quanto attenti a non surriscaldarsi: portano ingnegnosamente delle gocce d’acqua nella parte superiore dell’alveare, ove un gruppo di api lavoratrici muove incessantemente le ali per far evaporare l’acqua, rinfrescando così l’aria quando diventa troppo calda.
E’ stato mostrato che “durante la sua vita, ogni ape da miele svolge una serie di mansioni in una sequenza invariabile e tali mansioni sono collegate alla fase di sviluppo del corpo. Il primo e il terzo giorno vengono trascorsi pulendo le celle, dal terzo al quinto alimentando le larve bottinatrici con polline e miele procurato da altre api; dal sesto al decimo giorno dando alle larve più giovani il “latte” prodotto dalle ghiandole salivari; dal decimo al diciottesimo giorno si occupano del polline portato dalle api bottinatrici, riponendolo nel favo, costruendo il favo e pulendo l’alveare. Nei giorni seguenti portano via il materiale di scarto e, fino al ventidueesimo giorno, pattugliano l’entrata dell’alveare. Dopo il ventiduesimo giorno inizia la raccolta di polline e nettare, un’attività che necessita di lunghi viaggi per visitare i fiori e che continua fino all’ultimo giorno della loro vita”
Questa mirabile e rigorosa organizzazione e scansione della vita dell’ape non ci risulta essere il risultato di un insegnamento, nè l’esecuzione di un’istruzione o di un comando. Sembra essere meravigliosamente spontanea e non richiesta, e non rispondente ad un controllo volontario.
Come detto all’inizio del post, per la preparazione del rimedio omeopatico Apis Mellifica si utilizza tutto il corpo dell’insetto: il procedimento di preparazione con Diluizione-Dinamizzazione rende il rimedio incapace di nuocere (purchè sia prescritto secondo il metodo hahnemaniano) ed estrinseca moltissime altre proprietà curative che la sostanza grezza non dinamizzata non possiede. Per quali patologie è indicato Apis Mellifica? In tutte le situazioni in cui esiste una relazione di similitudine tra il profilo diApis Mellifica e il Ritratto sintomatologico della persona da curare, delineato dal medico omeopata con Colloquio omeopatico e Analisi del caso. La soluzione online? Omeopatia Dinamica: ora l’omeopatia classica è sul web con percorso curativo, informativo e conoscitivo.