La tiroide è una ghiandola posta nel collo davanti alla laringe e la funzionalità tiroidea costituisce un esempio significativo dell’inscindibile unità corpo-mente. Infatti la ghiandola tiroidea produce gli ormoni tiroidei T3 e T4 su comando di una piccola ghiandola alla base del cervello, l‘ipofisi detta anche ghiandola pituitaria che produce TSH su comando del TRH prodotto dall’ipotalamo, una regione del cervello dove si trovano centri di controllo di funzioni vitali (temperatura corporea, fame, sete, reazioni emotivo-istintive). A loro volta gli ormoni tiroidei T3 e T4 controllano i loro “controllori” TSH e TRH con un meccanismo detto di feed-back negativo e tutta la catena produttiva è influenzata da una rete di collegamenti con il mondo esterno e il mondo interno del nostro organismo. Una sorta di “computer vivente” con numerosissime connessioni in input e in output modula momento per momento la quantità giusta di ormoni tiroidei necessari a stare bene: alla giusta temperatura interna, alla giusta pressione e frequenza cardiaca, al giusto livello di forze e all’umore giusto per affrontare al meglio la vita quotidiana.
La causa vera di un cattivo funzionamento della tiroide è da ricercare nel disturbo della perfetta regolazione naturale di tutta la catena produttiva e non solo nella tiroide (ecografia e scintigrafia) e nella quantità di ormoni circolanti (dosaggi). Così come un malfunzionamento del nostro pc si visualizza sul monitor ma ha la sua causa nella catena di connessioni interne, così il malfunzionamento della tiroide origina dall’intera catena produttiva. Ma il “computer vivente” che ci anima è dotato, proprio in virtù dell’anima della vita, di auto-preservazione-riparazione (benchè imperfetta e caduca); così l’organismo cerca di compensare il disturbo con il “sacrificio“di alcuni organi, tra cui la tiroide. Risulta evidente come la cura possa essere solo cura di tutta la catena produttiva, che va riportata alla sua naturale e perfetta regolazione. Questa non può essere ottenuta con la somministrazione farmacologica di quantità fisse di ormoni tiroidei, anche se l’opoterapia sostitutiva è indispensabile laddove le alterazioni strutturali hanno preso il sopravvento e la ghiandola tiroidea è così compromessa da non essere più in grado di svolgere la sua funzione. In questi casi la cura omeopatica ha margini d’azione relativi, mentre risulta ben indicata ed elettiva nei casi in cui la tiroide (benchè affaticata e con alcune alterazioni strutturali) può ancora svolgere la sua funzione: distiroidismi (ipo e ipertiroidismi) subclinici e di entità moderata.
lI rimedio omeopatico unitario appropriato agisce sulla mente e sul corpo (e dunque su tutta la catena di produzione degli ormoni tiroidei) con un’azione di tipo energetico-informativo che presenta qualche analogia, stando alla nostra metafora, con interventi riparativi di tipo informatico. Così il ripristino del funzionamento dell’intera funzione tiroidea ristora la ghiandola tiroidea affaticata, a differenza della “messa a riposo” che si attua con gli ormoni tiroidei, che nei distiroidismi di modesta entità è un po’ come spegnere il monitor del pc che non funziona e sostituirlo con una schermata fissa, incapace di variazioni e modulazione. Con la cura omeopatica appropriata alla specifica persona, il miglioramento clinico inizia nel primo mese e nell’arco di alcuni mesi si ottiene la scomparsa dei sintomi con benessere generale, normalizzazione dei valori ormonali e miglioramento o stabilizzazione del quadro ecografico. L’opportunità di una cura omeopatica viene valutata in base alla storia clinica e all’anamnesi farmacologica della persona; è possibile ricevere una valutazione medica gratuita sull’indicazione alla cura di Omeopatia Unicista compilando il Questionario di Omeopatia Dinamica.