Dinanzi alla catastrofe di Fukushima sono irrazionali sia panico che ottimismo; occorre riflettere sull’immateriale con una mentalità capace di andare al di là del materiale. Gli isotopi radioattivi sono particelle materiali che emettono particelle ed energia immateriale. Con i sensi, adatti a conoscere i corpi materiali, l’immateriale è inconoscibile. Hahnemann, fondatore dell’omeopatia, scrive che i corpi materiali e la terra sono conoscibili con i sensi, ma solo la riflessione può conoscere la forza di attrazione gravitazionale, di natura immateriale, attraverso le sue manifestazioni. Analogamente, isotopi radioattivi e mutazioni cellulari sono conoscibili con i sensi e gli strumenti di misura (che ne sono il prolungamento), ma le forze energetiche della radioattività producono molti altri effetti complessi, conoscibili solo con la riflessione sulle loro manifestazioni.
L’energia della radioattività naturale è una forza naturale, con cui l’organismo dell’uomo ha confidenza nella sua storia evolutiva, tuttavia l’energia della radioattività da isotopi non esistenti in natura come Cesio 137 e Plutonio 239 è una assoluta novità per l’organismo dell’uomo, degli animali e dei vegetali. Per gli strumenti di misura, non c’è nessuna differenza tra radioattività naturale e indotta; essi misurano soltanto un effetto materiale della radioattività e NON descrivono l’intima natura dell’energia radioattiva nè la sua interazione con la forza vitale immateriale dell’uomo. Ci sono luoghi sulla Terra in cui la radioattività naturale è più elevata della media; questi posti, a pari mSv di radioattività, per salubrità non equivalgono ad aree vicine a centrali nucleari o investite da nubi radioattive. Perchè?
Tutto ciò che esiste in natura, esiste come fattore singolo e allo stesso tempo come parte di un tutto: ogni singolo fattore è in equilibrio dinamico con moltissimi fattori e cofattori che cooperano alla vita secondo un’economia ipercomplessa, non sempre perfetta… infatti una forza naturale come il terremoto può essere avversa alla vita umana. La radioattività indotta è una forza artificiale che è avversa alla vita anche indipendentemente dal potere mutageno; essa è una forza bruta e povera, senza filogenesi, priva della storia di una radiazione che viene dal cosmo o dalla crosta terrestre e priva perciò delle corrispondenze filogenetiche con la forza vitale dell’uomo.
In omeopatia la diluizione-dinamizzazione di un principio curativo estrinseca una forza, che inscrive un quid informativo ipercomplesso e immateriale nel solvente, questo cura in virtù della corrispondenza di similitudine con la forza vitale della persona da curare.
Come possiamo noi ignorare che non si può ragionevolmente parlare di sicurezza della radioattività (posto anche che misurazioni e valori soglia siano a tutela della salute pubblica) in termini di valori di millisievert per cui è atteso un rarissimo evento letale? E’ irrazionale considerare la nube nucleare come qualcosa di letale oppure innocuo; è invece una delle forze artificiali avverse alla vita che agisce e agirà, con molteplici effetti sull’armonia del corpo e della psiche. D’altronde una semplice perturbazione atmosferica può produrre vari disturbi in varie persone e la metereopatia è riconosciuta ormai dalla medicina convenzionale; perchè dovremmo pensare che una nube nucleare è innocua?
Ora che l’odissea tecnologica di Fukushima, favorita dal terremoto e maremoto del Tōhoku, ribadisce ad ogni giorno di tragedia l’incontrollabilità delle reazioni nucleari, è tempo che l’intelletto umano, che per sua natura desidera progredire, progredisca ora nella comprensione dei limiti naturali del proprio agire. E’ tempo di occuparsi del sintomo che Kent considera più grave e profondo, il nocciolo del malessere umano: loathing of life, cioè noncuranza e disprezzo della vita individuale e collettiva, presente e futura.