Quando si ha la febbre si è ammalati, ma la febbre non è parte dell’influenza, ma è parte delle reazioni vitali di difesa dell’organismo contro la malattia, poichè il calore della febbre favorisce rapidità e intensità dei processi biologici difensivi. Nella concezione omeopatica le reazioni vitali dell’organismo sono governate dalla Forza Vitale e preservano in modo mirabile la vita, tuttavia esse sono imperfette, altrimenti non ci si ammalerebbe.
La febbre, reazione vitale contro l’influenza, pur essendo utile alla difesa dalla malattia, comporta fastidi e disturbi, variabili da persona a persona, per lo più di carattere innocente. Una febbre modesta con rialzo di qualche linea non andrebbe abbassata e un farmaco antipiretico non dovrebbe eliminare la febbre o determinare uno stato transitorio di ipotermia, ma dovrebbe solo controllare la febbre, in modo che non si elevi troppo.
E Quando la febbre è troppo alta? La valutazione medica dipende dalla presenza di condizioni cliniche critiche nella persona febbricitante, ancor di più che dal valore misurato con il termometro. E’ necessario consultare il medico per la febbre in persone con patologie preesistenti, e per anziani e bambini quando la temperatura diventa alta salendo in modo veloce. Una febbre di 38° in un anziano è in genere troppo elevata, ma in un adulto o un bambino in buona salute è ben tollerata, accelera la risoluzione della malattia e aiuta a prevenire le complicanze.
Tuttavia anche una febbre di moderata intensità potrebbe essere troppo elevata in presenza di disidratazione (la perdita di liquidi con diarrea, vomito, sudore, traspirazione, supera l’apporto di acqua e sali minerali), digiuno, alterazioni dello stato mentale. Una febbre da influenza di intensità lieve e moderata con durata inferiore a tre giorni, in assenza di condizioni cliniche critiche può essere trattata in regime di automedicazione con riposo, frequente assunzione di liquidi in piccola quantità alla volta, dieta leggera e nessun farmaco antinfiammatorio nè antipiretico.
Si eviterà così all’organismo, già impegnato nella difesa dalla malattia, il carico di metabolizzare il farmaco e delle sue possibili reazioni avverse. E inoltre si avrà guarigione più rapida, convalescenza più breve e protezione più efficace da malattie da raffreddamento future, poiché la febbre avrà consentito il dispiegarsi delle difese naturali dell’organismo, governate dalla Forza Vitale, forza interna di natura immateriale, che secondo la medicina omeopatica è costretta a sacrificare parti più nobili dell’organismo quando è privata delle proprie reazioni da trattamenti impropri, come un farmaco antifebbrile non necessario.
Questo non accade invece quando la persona febbricitante viene curata con il medicinale omeopatico unitario adatto. Come si fa a individuarlo