“Etica & Omeopatia” è la nuova categoria del Blog di Omeopatia Dinamica. Cosa c’entra l’etica con l’omeopatia?
La novità assoluta dell’omeopatia è che una disciplina medica delinea la possibilità di riflettere sulle forze immateriali, tra cui l’amore per il Bene, sulla base di fatti clinici e sperimentali, su basi razionali e scientifiche. L'”occhio interno”, il “percepire con il pensiero” è lo strumento razionale che consente la conoscenza delle manifestazioni o immagini dell’immateriale.
Il percepire con il pensiero non è dunque nulla di trascendentale nè intuitivo nè emotivo, ma pensiero rigorosamente logico e razionale. Non dimentichiamo che la concezione omeopatica nasce all’interno della cultura medica e filosofica occidentale, per opera di C.F.S. Hahnemann.
L’amore per il Bene e per le utili applicazioni è in omeopatia ciò che, per natura, consente all’uomo di conoscere il più possibile. L’etica è quindi condizione della conoscenza. Il pensiero omeopatico è oltre che che una concezione medica, uno strumento di sapere. Esso contribuisce alla comprensione dell’universo vivente in tutti i suoi aspetti, etica in primis.
Omeopatia e sapere olistico
Nel medicinale omeopatico le molecole della matrice materiale si perdono, poiché la diluizione è al di sopra del numero di Avogadro, mentre la dynamis o forza curativa estrinsecata esiste nella diluizione.
Postulato l’immateriale e dedotte le sue leggi di cura, l’omeopatia classica diventa tutt’uno con etica, psicologia, filosofia, religione, arte, insomma con tutte le manifestazioni e realizzazioni della vita dell’uomo. Si annulla così la dicotomia tra sapere scientifico e sapere umanistico.
Il limite conoscitivo della concezione omeopatica, che si occupa delle manifestazioni della vita, è l’essenza stessa della vita. Infatti l’essenza della vita è la verità inconoscibile all’uomo perchè propria dell’entità superiore: il divino. Leggiamo ora un breve passo poetico tratto dai “Lesser Writings” di J.T. Kent, principale seguace di Hahnemann, fondatore dell’omeopatia:
Gli uomini che assurgono alla pienezza delle utili applicazioni, nell’applicazione stessa hanno rotto le catene del pregiudizio, del bigottismo, dell’intolleranza, della vanità di sé, e hanno continuato dopo la luce, mai tremolanti, sebbene spesso incespicanti, mai sprezzanti, sebbene spesso in dubbio, finchè la piena luce e il pieno calore del sole di mezzogiorno li incantò nella conoscenza e nell’amore delle utili applicazioni. Questi saperi sono alla portata di coloro che amano la conoscenza per le utili applicazioni e non per fini personali.