Da tempo gli uomini conoscono sprechi e danni ambientali causati da scelte dettate dagli interessi del momento. Per affrontare il grave problema dei mutamenti climatici sono necessari programmi sostenibili a lungo termine: utilizzo di energie rinnovabili, produzione distribuita di energia, consumo consapevole premiante la riduzione della filiera produttiva, politiche della mobilità, armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro.
Sai che un motore a benzina funziona con la ragguardevole percentuale del 90% di spreco? Le misurazioni di Amory Bloch Lovins, co-fondatore dell’autorevole e indipendente Rocky Mountain Institute, dimostrano che la quantità di energia realmente utilizzata per spostare il passeggero di una macchina è solo l’1% dell’energia prodotta per spostare le tonnellate di metallo che circondano il passeggero!
Al Gore in una delle sue recenti conferenze ha illustrato con efficacia il rischio e l’opportunità che il mondo ha davanti alla crisi: <<I cinesi usano due simboli per indicare la parola “crisi”, il primo – preso da solo- significa pericolo. Il secondo preso da solo, significa opportunità…>>. Per noi la parola crisi significa comunemente pericolo e fallimento, tuttavia in origine “Krisis” significava anche crescita.
La crisi climatica è un’opportunità per nuove tecnologie e una nuova organizzazione del lavoro umano e della produzione. Aumenterà il contenuto immateriale della produzione, cioè il valore del lavoro e del capitale investiti in conoscenze e relazioni. Il legame tra produttori e utilizzatori tenderà ad essere più stabile e finalizzato alla rigenerazione continua della convenienza della controparte per conservare e arricchire il rapporto. Le nuove tecnologie ridefiniranno la mobilità e la comunicazione umana consentendo scambi con trasferimento telematico di informazioni e competenze, ma anche emozioni, sentimenti e ideali. L’opportunità della crisi non è solo nuovi e migliori posti di lavoro e migliore organizzazione del quotidiano, ma cooperazione universale e dimensione immateriale.
Sono necessari programmi economici e politici sostenibili ed è necessario l’impegno personale e professionale di ognuno per ridurre ogni forma di spreco e inquinamento. E’ necessario impegno etico affinchè cooperazione universale e dimensione immateriale non si riducano a mero consumo dell’immateriale, proprio come ieri era consumo e spreco del materiale. La Dynamis immateriale che anima la nostra amata vita materiale può governare la salute, il benessere e l’azione dell’uomo singolo e della collettività. La riconquista del mondo immateriale che già ci appartiene, ora oscurato dal mondo materiale in piena crisi economica e morale, è la grande opportunità del terzo millennio!