Il concetto di empatia nella Medicina Omeopatica
Empatia, ovvero pathos insieme e Omeopatia, ovvero pathos simile, hanno più di qualcosa in comune …
L’efficacia curativa del rimedio omeopatico è una dimostrazione naturale della potenza del simile. La forza del rimedio agisce sulla forza vitale della persona con un’azione primaria simpatico-empatica. Il rimedio rafforza temporaneamente e di poco la malattia e induce nell’organismo una reazione secondaria abbastanza forte da superarla.
Anche l’empatia è una forza naturale. Hahhnemann, il fondatore dell’omeopatia, ne parla citando come esempio il caso di una fanciulla addolorata. A nulla valevano buone parole consolatorie, mentre veniva sollevata dal piangere insieme, al ricordo di analogo dolore. Come il rimedio omeopatico, l’empatia è una forza naturale di risonanza, dotata dell’azione primaria del soffrire e pensare insieme a qualcuno e dell’azione secondaria del reagire per superare la sofferenza e trovare benessere.
La malattia, tranne un’indisposizione, non può essere superata dalla forza vitale da sola, ma necessita del rimedio adatto. Analogamente, per natura, la sofferenza, tranne piccoli dispiaceri, non può essere superata da soli, solo con la propria forza vitale, ma necessita del processo empatico del sentire insieme e del superare insieme.
L’empatia fa bene anche a chi consola, non tanto per la soddisfazione di essere capace di farlo, ma perchè chi consola raggiunge ogni volta un livello superiore di consolazione e benessere. Dunque essere empatici è prendersi davvero cura di sè, oltre che degli altri!
Cura omeopatica degli squilibri dei processi empatici
L’attenzione dei fondatori della Medicina omeopatica all’empatia è evidenziata dalla presenza nel classico repertorio di Kent dei sintomi unsimpathetic e anche sympathetic. Infatti l’empatia diventa un sintomo, empatia patologica, se il patire insieme produce nella persona persistenti sintomi fisici ed emozionali. Altro sintomo repertoriale è sad and horrible thinks affects her profoundly, in italiano impressionabilità (her perchè not him? perchè la forma culturale dell’epoca non consentiva agli uomini di esprimersi in tal senso). L’impressionabilità si differenzia dall’empatia perchè non è patire insieme in una relazione d’aiuto, ma patire individuale, sofferenza per sè stessi, a motivo della sofferenza altrui.
Il patire insieme può anche determinare fenomeni di burn-out. Il susseguirsi incessante di processi empatici diviene patologico quando prevale l’azione primaria del patire insieme rispetto all’azione secondaria del reagire insieme. Il burn-out si può verificare non solo sul lavoro ma anche in svariate situazioni di gruppo e in famiglia.
Il patire individuale a motivo della sofferenza altrui è oggi esperienza sempre più comune. Infatti la comunicazione tecnologica trasmette contenuti densi di emozionalità a ritmo incessante e in assenza dell’altro.
Dato che l’altro non c’è, l’empatia, il patire insieme è impossibile! Di conseguenza l’empatia impossibile lascia sempre più posto, a seconda della persona a suggestionabilità e impressionabilità da un lato e indifferenza per il dolore altrui dall’altro.
I rimedi omeopatici indicati per la cura di empatia eccessiva, carenza di empatia e impressionabilità sono vari. Tra questi, il medico omeopata sceglie il rimedio adatto al profilo della persona e a tutti i suoi sintomi psicologici e fisici. Infatti la relazione di similitudine è fondamentale per l’efficacia curativa. La cura omeopatica con il rimedio appropriato risolve i sintomi somatici associati e riporta benessere nell’interiorità della persona affetta da squilibrio dei processi empatici.