La plantula è la piantina da poco germinata dal seme. E’ una miniera di potenzialità che si esprimono in breve tempo. Ha uno stelo sottile, ha piccole foglie embrionali che nutrono in attesa della radice e ha la prima gemma. Questa è composta da cellule meristematiche, dotate della capacità di replicarsi in cellule con forme e funzioni diverse tra loro e rispetto alla cellula madre.
Esperimenti di agro-omeopatia in laboratorio
Rigorosi protocolli sperimentali, numerosità dei semi testati (50.00) e significatività statistica dei risultati fanno della ricerca dell’Università di Bologna un importante punto di riferimento per lo sviluppo della ricerca scientifica in agro-omeopatia.
Sono stati studiati 5 gruppi di semi trattati con:
- triossido di arsenico ponderale, diluito allo 0.1%
- triossido di arsenico diluito e dinamizzato a varie potenze (Arsenicum album omeopatico)
- acqua dinamizzata
- triossido di arsenico a diluizione omeopatica ma senza dinamizzazione
- acqua di controllo
I semi trattati con dosi ponderali di arsenico ovvero “stressati” da triossido di arsenico, noto veleno, sono risultati intossicati per meccanismi di iperossidazione. Ciò ha comportato riduzione della capacità germinativa dei semi e della crescita di queste plantule. Il trattamento con arsenico omeopatico stimolava di nuovo in modo significativo germinazione e crescita.
I semi che avevano ricevuto arsenico omeopatico sono stati valutati con diverse potenze di triossido di arsenico sottoposto a processo di diluizione-dinamizzazione. La 45esima DH ha dato i risultati più significativi e riproducibili: maggiore germinazione e crescita di piante più resistenti e più ricche di nutrienti e antiossidanti.
Il trattamento con acqua dinamizzata alla 45esima DH dava crescita e germinazione migliore rispetto al gruppo di controllo, ma peggiore rispetto al gruppo trattato con Arsenico omeopatico.
I semi trattati con l’arsenico semplicemente diluito alla 45esima senza dinamizzazione, avevano la stessa germinazione e crescita di quelli trattati con acqua di controllo.
Omeopatia e biologia molecolare
L‘omeopatia applicata ai vegetali conferma che non è la semplice diluizione ma il processo di diluizione-dinamizzazione ad esssere fondamentale per l’estrinsecazione delle proprietà delle sostanze da cui derivano i rimedi.
Il team di ricerca ha indagato come si potesse spiegare l’azione di arsenico sulle plantule.
In generale, gli effetti epigenetici sono modificazioni chimiche del DNA e regioni circostanti innescate da fattori ambientali, che regolano così lo stato di attivazione funzionale dei geni. Sappiamo oggi che il patrimonio genetico è modulabile da fattori ambientali, concetto del tutto innovativo rispetto alla genetica classica.
Agro-omeopatia su coltivazioni
Ci sono stati interessanti risultati su coltivazioni di cavolfiori e di fragole. I rimedi omeopatici utilizzati sono stati nosodi autoprodotti nei laboratori dell’Università con processo di diluizione-dinamizzazione dei fattori patogeni in atto. I nosodi sono appunto rimedi che hanno come matrice un fattore patogeno; alcuni di essi fanno parte della farmacopea di omeopatia classica.
Si è evidenziato che il trattamento omeopatico sulle fragole aumentava in modo significativo il tasso di antiossidanti, aumentando dunque il valore salutare dei frutti.
L’attività di ricerca dell’Università di Bologna ha dato risultati stimolanti sul piano scientifico. Ma non solo, i risultati hanno incoraggiato esperienze di agro-omeopatia in varie aziende biologiche che sembrano promettere ulteriori sviluppi.