Omeopatia Dinamica

Solitudine ed empatia oggi, nuovi vissuti

La solitudine è stata confortata dalla ricerca dell’empatia in tutte le epoche storiche. Empatia è un concetto antico. Origina dal greco Empathos ovvero”pathos insieme”. Per i greci Pathos è la forza irrazionale dell’anima, emozioni e sentimenti sia negativi che positivi.

Pathos si contrappone  a Logos ovvero la forza razionale del pensiero. L’empathos greco diviene il latino cum-patire ovvero sentire  insieme, anzichè in solitudine, emozioni e sentimenti negativi. Il cumpatire rivela un’implicita  separazione concettuale tra il sentire negativo, il mal-essere e il sentire positivo, il ben-essere.

Nello sviluppo della cultura occidentale, l’empatia tende a declinarsi in compassione per il dolore altrui, sostenuta da valori come la fede religiosa  e la solidarietà laica.

Nella nostra epoca, crisi dei valori e comunicazione tecnologica si accompagnano a indebolimento della compassione e a crescente solitudine esistenziale.

Oggi al dissolversi del sentire insieme corrisponde il non sentire e il sentire in solitudine l’ineffabile inenarrabile. Questo sentire di oggi, diverso da quello di ieri, riguarda anche se con modalità differenti ognuno di noi, al pari dei mutamenti climatici.

La comunicazione in famiglia, a scuola, sul lavoro, tra amici, in politica e anche nel commercio è in crisi. Non a caso si moltiplicano i corsi di formazione in comunicazione e marketing incentrati su tecniche di implementazione dell’empatia.

Quale sarà l’evoluzione dell’empatia?

Non pochi sostengono che il potere di domani sarà degli empatici. Oggi l’empatia-compassione, indebolita dalla crisi dei valori che la sostenevano, si sta sfaldando e viene integrata nella nuova comunicazione finalizzata al management.

Ci si domanda quindi: sarà l’empatia la chiave di volta esistenziale di un mondo nuovo o l’estremo tentativo di mantenere il vecchio mondo?

Dall’empatia dipende anche il rapporto tra uomo e robot. Se l’empatia tra persone diverrà tecnica di comunicazione gestionale, allora una rete neurale può imparare meglio di un uomo in crisi epocale. Ma se l’empatia sarà nuova risonanza vitale  il robot non potrà implementarla…

Se la struttura verticale della relazione tra chi soffre e chi generosamente sente la sofferenza altrui non si trasforma nella struttura orizzontale della relazione tra chi soffre e chi ritrova in sè analoga sofferenza, per reagire  e gioire insieme, l’empatia non sarà una forza evolutiva. Sarà piuttosto una tecnica sofisticata di management sociale che ci lascerà tanto più muti e in solitudine, tanto più sarà sofisticata.

Se invece si superasse la separazione tra logos e pathos e tra pathos positivo e negativo, allora l’empatia potrebbe finalmente essere.  Essere nella sua essenza di naturale risonanza vitale tra persone volte al naturale bene comune, dato che l’uomo non è per natura  a sè stante

 

Crisi personale: solitudine ed empatia

Spesso una crisi personale si associa a solitudine; è infatti sempre più difficile raccontarsi. Magari si raccontano fatti ed eventi ma si esprimono poco gli stati d’animo profondi, è come se mancassero le parole. Non è facile sentirsi capiti e si può sentire sè stessi poco o troppo empatici, allontanarsi quindi dagli altri e rinchiudersi in sè.  Ma il dialogo costruttivo con sè stessi è ostacolato dalla difficoltà a narrarsi anche a sè stessi, oltre che agli altri….la solitudine rinforza così la crisi personale e la crisi rinforza la solitudine. Un modo per interrompere il circuito vizioso della crisi in solitudine è il Videoconsulto Psicologico-Esistenziale con la Dott. Gili Maria Luisa, Psichiatra e Psicoterapeuta.