Secondo gli esperti, la nuova era inizia intorno al 1950 ed è definita innanzitutto dagli elementi radioattivi dispersi sul pianeta durante i test bellici nucleari, oltre che da un insieme di altri segnali, tra cui l’inquinamento da plastica, i fumi delle centrali elettriche, il calcestruzzo e persino le ossa di pollo domestico.
L’epoca attuale, l’Olocene (il cui nome significa “del tutto recente”), comprende i 12mila anni di clima stabile seguiti all’ultima glaciazione e durante la quale la civiltà umana si è sviluppata. Ma gli esperti sottolineano che l’impressionante accelerazione che si constata a partire dalla metà del 20esimo secolo nelle emissioni di diossido di carbonio, nell’innalzamento delle acque, nell’estinzione globale delle specie e nella trasformazione delle terre ad opera della deforestazione e dello sviluppo, segnano la fine di quella fetta di tempo geologico. La Terra è così profondamente cambiata che l’Olocene deve lasciare il tempo all’Antropocene.
Il parere degli esperti del WGA
Il Professor Colin Water, capo geologo della British Geological Survey e Segretario della WGA, ha affermato: “Essere capaci di individuare un intervallo di tempo ci dice qualcosa di quanto sia stato incredibile l’impatto umano sull’ambiente del nostro pianeta. Il concetto di Antropocene riesce a mettere insieme tutte queste osservazioni sul cambiamento climatico”.
Il Professor Chris Rapley, climatologo dell’University College di Londra ed ex direttore del Museo di Scienze di Londra e non membro di WGA, ha detto “L’Antropocene segna un nuovo periodo in cui le nostre attività collettive dominano il meccanismo planetario.” “Visto che il pianeta è il nostro sistema di supporto alla vita, di fatto è come se fossimo l’equipaggio di una grande astronave: l’interferenza con il suo funzionamento a questo livello e a questa scala è altamente significativa. Se io o te fossimo su una navicella spaziale più piccola, sarebbe impensabile interferire con i sistemi che ci forniscono aria, acqua, alimenti e controllo del clima. Ma il passaggio nell’Antropocene ci dice che stiamo giocando con il fuoco, un comportamento spericolato di cui ci pentiremo, a meno di afferrare la situazione”.
La prova dell’impatto umano sul pianeta è schiacciante, ma i cambiamenti sono molto recenti in termini di tempi geologici, mentre un’epoca di solito si estende su decine di milioni di anni. “Una critica alla proposta dell’Antropocene è che al momento è molto breve come era ” dice Zalasiewicz. “Ma la nostra risposta è che in realtà molti dei cambiamenti sono irreversibili“.
I segnali
Per definire una nuova era geologica è necessario trovare un segnale che si manifesti ovunque e che possa essere incorporato in depositi per future registrazioni geologiche. Ad esempio, l’estinzione dei dinosauri (avvenuta 66 milioni di anni fa alla fine del Cretaceo) è in corrispondenza di un “picco dorato” nell’abbondanza di sedimenti di iridio sparsi per il mondo: secondo la teoria di Walter Alvarez dell’Università di Berkeley, l’iridio è il metallo disperso dal meteorite che ha colpito la Terra causando l’estinzione dei dinosauri.
Altri picchi considerati come prova dell’inizio dell’Antropocene includono le sfere di carbone incombusto emesse dalle centrali elettriche. “La Terrra è stata affumicata, con segnali molto chiari in tutto il mondo a metà del 20esimo secolo” ha detto Zalasiewicz.
I sedimenti
I 35 scienziati del WGA (30 dei quali a favore della designazione formale dell’Antropocene) passeranno i prossimi due-tre anni nella determinazione dei segnali più forti e netti. Aspetto cruciale, dovranno anche definire da dove partirà l’Antropocene. Le divisioni geologiche non sono definite da date ma da uno specifico confine tra livelli di roccia oppure, nel caso dell’Olocene, da un confine tra due livelli di ghiaccio in una carota di ghiaccio prelevata in Groenlandia e ora conservata in Danimarca.
Gli scienziati si stanno concentrando su siti dove i differenti livelli si formano di anno in anno e stanno analizzando sedimenti fangosi sulla costa di Santa Barbara in California e la Grotta di Ernesto nel Nord Italia nelle quali è possibile analizzare le concrezioni nelle stalattiti e stalagmiti. Sono allo studio anche i sedimenti sul fondo di vari laghi, le carote di ghiaccio prelevate in Antartide, i coralli, gli anelli nei tronchi degli alberi e persino i livelli di spazzatura nelle discariche.
Gli sviluppi
Una volta che i dati verranno raccolti, saranno formalmente inviati alle autorità stratigrafiche e l’Antropocene potrebbe formalmente entrare in vigore in un paio di anni. “Se siamo fortunati e troviamo, ad esempio, un core di sedimenti laminati in un ambiente marino profondo, in tre anni potremmo farcela”. Sarebbe un tempo rapidissimo per una decisione geologica di questo tipo: in passato avrebbe richiesto decine di anni (e magari anche secoli) per essere accettata.
Nonostante l’auspicio degli esperti del WGA, la dichiarazione dell’Antropocene non è ancora scontata. “I nostri colleghi stratigrafici sono molto cauti sulla scala del tempo geologico. La vedono giustamente come la colonna vertebrale della geologia e non prendono modifiche alla leggera” ha detto Zalasiewiecz. “Ma penso che abbiamo dell’ottima documentazione”.
Rapley ha confermato che c’è molto di sostanza: “E’ molto appropriato che i geologi prestino attenzione formale ai segnali nei livelli di rocce sedimentarie che potranno essere evidenti a future generazioni di geologi… fintanto che ne esisteranno. La ‘grande accelerazione’ costituisce un segnale forte, rilevabile, incontrovertibile”.
Prove a favore dell’antropocene
L’attività umana ha:
- spinto i tassi di estinzione di piante e animali ben oltre la media a lungo termine. La terra potrebbe vedere l’estinzione del 75% delle specie nei prossimi secoli se il trend dovesse continuare
- aumentato i livelli di CO2 nell’atmosfera al tasso più rapido in 66 milioni di anni, passando da 280 ppm prima della rivoluzione industriale a 400ppm oggi (ma in aumento)
- gettato così tanta plastica nelle acque che microparticelle di plastica sono praticamente ovunque e la plastica lascerà tracce identificabili dalle future generazioni
- raddoppiato i livelli di fosforo e azoto nei suoli nell’ultimo secolo. E’ probabilmente il più grande impatto nel ciclo dell’azoto negli ultimi 2.5 miliardi di anni.
- lasciato un livello permanente di particelle aeree nei sedimente e nei ghiacciai, tra cui carbone nero dalla combustione
Traduzione di “The Anthropocene epoch: scientists declare dawn of human-influenced age”, The Guardian – 29/08/2016