La pianta è molto diffusa in quasi tutta Europa. Ha un aspetto straordinario e sono degne di nota le modalità in cui si sviluppa.
Cresce soprattutto in terreni alcalini e preferisce luoghi ombrosi vicino a un alto ponte o in un luogo riparato dal bosco. Lo stelo alto, diritto, con peli e di un color porpora rossastro può raggiungere l’altezza di 2 metri in una sola stagione!
Ha molte foglie di color verde scuro smussate e con margini interi; nella parte alta e medio-alta della pianta compaiono solo in coppie in cui una foglia è più grande dell’altra, mentre nella parte bassa della pianta compaiono singolarmente. Alcune foglie possono arrivare alla lunghezza di circa 25 cm.
I fiori appaiono in luglio e agosto e hanno forma di campana, sono larghi fino a 3 cm e di colore cianotico tra il porpora e il rosa.
La pianta ha una radice lunga, grossa, con diramazioni carnose, sapore nauseante leggermente amaro e un debole odore caratteristico.
Le bacche sono grandi, sferiche, di color nero brillante e sembrano guardare il passante per attirarlo. Per la grandezza, le bacche sembrano delle piccole ciliegie e per questo sono note anche come ciliege del diavolo, ciliege dell’uomo cattivo e bottoni neri.
La pianta ha una crescita estremamente rapida e violenta. L’intensa attività comincia nella prima parte dell’anno a partire dalla radice sotterranea, spuntano poi foglie, fiori, bacche mature e non mature contemporaneamente in un gran furore di crescita. La pianta fresca, se viene schiacciata, esala uno sgradevole odore che scompare quasi completamente quando asciuga. Le foglie hanno un sapore amaro sia fresche che secche.
Per preparare la tintura madre si usa l’intera pianta, raccolta all’inizio della fioritura.
Il nome “belladonna“, “belle dame“, “beautiful lady” nasce a Venezia dall’uso delle donne italiane rinascimentali di utilizzare il succo delle bacche come cosmetico per rendere gli occhi grandi, più scuri e più brillanti. Questa modalità di trucco è tutt’ora usata dalle donne nordafricane.
Ma la pianta ha anche altri nomi che.. poco o nulla hanno a che fare con la bellezza!: dwale, parola danese che indica il delirio e manicon da pazzia. Infatti ingerendo le bacche la morte è inevitabile. Lo stesso nome completo della pianta “Atropa belladonna” deriva da atropos: il terzo fato che, nella mitologia greca, taglia il filo della vita così attentamente tessuto da Clotho e Lachesis. Il procedimento di preparazione con Diluizione-Dinamizzazione non solo rende innocuo il rimedio Belladonna, prescritto secondo il metodo hahnemaniano, ma estrinseca moltissime altre proprietà curative che la sostanza grezza non dinamizzata non possiede. Per quali patologie è indicato Belladonna?
In tutte le situazioni in cui esiste una relazione di similitudine tra il profilo di Belladonna e il Ritratto sintomatologico della persona da curare, delineato dal medico omeopata con Colloquio omeopatico e Analisi del caso. La soluzione online? Omeopatia Dinamica: ora l’omeopatia classica è sul web con percorso curativo, informativo e conoscitivo.