Sappiamo che la percezione di noi stessi è influenzata dal rapporto con l’esterno, con l’altro da noi, ma si sottovaluta ancora la potenza di quest’influenza sullo stato di salute. Hahnemann (1755-1843), fondatore dell’omeopatia, evidenziò in epoca pre-psicologica che un rapporto sofferto con l’esterno: vessazioni, delusioni, matrimoni infelici e educazione coercitiva sono causa dinamica di malattia e possono ostacolare una piena cura omeopatica.
Questo fenomeno richiama per analogia dinamiche biologiche a cascata e di risonanza. I sociologi parlano di media e gruppi sociali come RETI SOCIALI, termine che esprime sia le molteplici interconnessioni tra forza vitale individuale e media che la costrizione della forza vitale individuale e collettiva.
Il potere patogeno dei media si imprime, come ogni influsso cui l’uomo è suscettibile, nella forza vitale umana dando luogo nella psiche e nel corpo a malattie artificiali. Se i media resteranno pervasi da forze avverse alla vita individuale e al bene comune, nell’immediato futuro causeranno una compl essa stratificazione di malattie. Si profila un uomo alienato da sè e animato da una forza vitale dominata dalle connessioni alla rete sociale e ostacolata nelle connessioni con le forze naturali.
Ma non sono proprio le connessioni con le forze naturali l’intrinseca essenza della vita in questo punto dell’Universo che noi chiamiamo Terra?