E. Coli 0104:H4 è un superbatterio, produttore di Shiga-tossine, dotato di DNA di Yersinia Pestis (agente patogeno della peste), resistente a tutti gli antibiotici esistenti e con tasso di mortalità dell’ 1%.
Vari ceppi non patogeni di E. Coli fanno parte della normale flora batterica intestinale. Questa è composta da 33 milioni di batteri per cm2 in mirabile equilibrio dinamico. Circa 1,5 kg di microrganismi nell’adulto costituiscono una sorta di extra-organo con funzioni nutritive e difensive, capace di ostacolare l’insediamento di germi patogeni. La flora batterica è influenzata dallo stato di salute intestinale e generale della persona, da stress psico-fisici, trattamenti antibiotici e cattiva alimentazione: scarsa o eccessiva, squilibrata, inquinata o improvvisamente variata.
Le epidemie
In Italia l’incidenza media dei casi di SEU (1998-2002) si attesta su 0,28 casi per 100.000 abitanti, secondo dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Enter-net). Negli USA si verificano oltre 400 focolai epidemici di diarrea ed emorragie intestinali da ceppi patogeni di E.Coli con una media 110.000 ammalati e 80 morti all’anno.
Il problema degli allevamenti
Ma E. Coli non è l’unico patogeno letale da cibo contaminato. Il CDC Center, organo governativo americano, stima che, a causa di virus, batteri, parassiti, tossine e metalli presenti nei cibi, negli USA si ammalano ogni anno 76 milioni di persone. Di queste 325.000 vanno in ospedale e 5000 muoiono. A motivo della grave situazione il Codex Alimentarius prevede l’irradiazione di frutta e verdura con raggi gamma, tuttavia si mantengono gli allevamenti intensivi!
I rischi dell’ingegneria genetica
Queste epidemie sono un tutt’uno con la guerra globale dei profitti alimentari che nutre sempre più vittime nei paesi ricchi e poveri. Diarrea emorragica e sindrome emolitico-uremica sono state attribuite nella comunicazione di massa a germogli e verdure, che sono invece solo vettori finali. La disinformazione minimizza invece le cause: i potenziali rischi dell’ingegneria genetica e il serissimo problema degli allevamenti intensivi.