Il processo con il quale il seme “si risveglia” e attiva le sue funzioni metaboliche è detto germinazione. Per effetto dell’acqua, il principale input al processo, gli enzimi aumentano rapidamente, le proteine si scindono, vengono sintetizzati amminoacidi e in pochi giorni il valore proteico raddoppia. Aumentano anche i sali minerali disponibili, raddoppiando, triplicando e talora settuplicando il loro valore originario. Le vitamine (soprattutto A, B, C ed E) del germoglio hanno una concentrazione doppia rispetto al seme e fino a 14 volte superiore alla pianta adulta. I grassi si scindono in catene di acidi grassi più facilmente digeribili; una sorta di pre-digestione rende ragione del perchè dopo averli mangiati non si hanno sensazioni di “pienezza e pesantezza”.
La germinazione è il momento di massimo di energia e apporto nutritivo di tutto il processo vitale che va dal seme alla pianta adulta. Quindi in un’alimentazione completa non dovrebbero mancare i germogli.
I germogli, soprattutto quelli di soia sono facilmente reperibili in commercio, ma possono anche essere autoprodotti. La preparazione casalinga è semplice, a partire da chicchi integrali (di riso o frumento, ad esempio) e/o sementi provenienti da agricoltura biologica. Esistono in commercio varie tipologie di germogliatori, ma si può optare anche per soluzioni home-made. I germogli possono essere consumati crudi in insalata o utilizzati in salse.
L’introduzione dei germogli nell’alimentazione, oltre ad apportare importanti fattori nutritivi, completa la corrispondenza dinamica tra il sistema nutrizionale della persona e il mondo alimentare naturale. Quindi, in un’alimentazione completa ed equilibrata, i germogli non dovrebbero mancare, indipendentemente dallo stile alimentare della persona.