Il rimedio omeopatico Sulphur trae la sua matrice materiale dal mondo minerale: Sulphur infatti in latino è lo zolfo, elemento chimico (simbolo S, numero atomico 16) che origina il suo nome dall’arabo sufra (giallo). È un non metallo insolubile in acqua, insapore e inodore: spesso gli si associa erroneamente l’odore di uova marce caratteristico invece di un suo composto: il solfuro di idrogeno (H2S). Quando viene dato fuoco allo zolfo, esso emette un odore caratteristico e soffocante, brucia con fiamma blu e i suoi vapori si condensano formando una gialla polvere cristallina. Lo zolfo, conosciuto sin dall’antichità, viene nominato nella Genesi biblica, in Omero ( “Portami il fuoco che io potrò purificare la casa con lo zolfo” , Odissea), e talvolta fu utilizzato in una miscela per far saltare le mura di città nemiche. Nel XII secolo la polvere da sparo inventata dai cinesi conteneva zolfo e Lavoisier (1743-1794) scoprì che esso è un elemento e non un composto. In natura si trova sotto forma di cristalli color giallo intenso, soprattutto in regioni con vulcani attivi (originariamente sulphur in inglese era brimstone, da brim=orlo del vulcano), in miniere sulfuree, in combustibili fossili e sottoforma di composto. Nell’universo si trova ad esempio su Io, un satellite di Giove dal caratteristico color giallo intenso e nei meteoriti; si ipotizza che accanto al cratere lunare Aristarco, ci sia un deposito di zolfo. Sulla Terra c’è vita proprio grazie allo zolfo: nel brodo primordiale si ebbero reazioni che produssero amminoacidi essenziali contenenti zolfo, per mezzo dei quali si poterono costituire le cellule. Lo zolfo, componente principale del protoplasma, è elemento indispensabile per la vita cellulare e inoltre nei vegetali svolge un importante ruolo nella fotosintesi.